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dati, come le carestie, vale a dire la mancanza, in una data regione, della quantità di derrate indispensabili ad assicurare la vita. Non è lontano il tempo in cui nelle annate di scarso raccolto il grano saliva a prezzi altissimi, inaccessibili alle persone di scarse risorse. Oggidì vi sono paesi popolosi e fiorenti, che pur avendo una scarsa produzione agricola propria, come la Svizzera, riescono a provvedersi con tutta regolarità da altri paesi, spesso assai lontani, delle derrate occorrenti.
Anche la guerra ha subito una grande influenza da parte delle ferrovie. La guerra è un male, e preferibile sarebbe che scomparisse, ma poichè questa sarà ancora per molti anni un’utopia, è bene che le ferrovie abbiano influito sulla guerra in guisa da renderla meno micidiale, affidandone la risoluzione più alle arti della strategia che all’azione diretta.
Ma è quasi superfluo diffondersi sui benefici di cui andiamo debitori alle ferrovie, perchè ormai tutti li intuiscono e nessuno li disconosce.
La ferrovia crea la ricchezza. — Diciamo che la ferrovia crea la ricchezza, perchè essa dà ad alcune cose un valore che non avrebbero se non fossero trasportate a grande distanza, in punti ove possono essere utilizzate. Per fare un esempio semplice ed alla portata di tutti, possiamo ricordare il caso di alcune terre e sabbie che nel posto ove si trovano non servono a nulla: orbene, siccome sono state scoperte in queste terre delle proprietà fertilizzanti e le ferrovie ne possono fare il trasporto a buon mercato nelle località coltivate, ecco che materie senza valore si trasformano in concimi chimici, il cui impiego contribuisce, come tutti sanno, a migliorare enormemente il reddito dei terreni.
Cento altri esempi si potrebbero portare. Il vino prodotto nelle regioni del mezzogiorno di Europa, cioè in Ispagna, in Italia, in Grecia dovrebbe esser venduto a prezzi irrisori sul posto della produzione: