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viari ascende alla straordinaria cifra di ben sette miliardi di lire.
Tornando alle ferrovie economiche, diremo che esse vanno costruite ed esercitate con grande parsimonia, giacchè non possono dare che un reddito assai scarso. Molte volte, anzi, allo scopo di ridurre le spese, non si fa una sede stradale apposita, ma si utilizzano le strade ordinarie esistenti, posandovi il binario in guisa che la stessa strada possa servire sia al trasporto con mezzi meccanici, sia al trasporto colla trazione a cavalli. Si ha così quel tipo di strada ferrata, che prende più propriamente il nome di tramvia e che, pur non permettendo velocità e carichi elevati, rende utilissimi servizi. Le linee cui ora accenniamo sono le tramvie extraurbane; ma tutti sanno che la tramvia a trazione elettrica è diffusissima nelle grandi città moderne, le quali, avendo presa estensione grandissima, hanno bisogno di comunicazioni rapide ed economiche fra i diversi quartieri.
In Italia oggi abbiamo circa 18,000 chilometri di ferrovie, comprese le linee in costruzione; e 4000 chilometri di tramvie a vapore od elettriche.
Una parola sull’esercizio ferroviario di Stato. — Dei 18,000 chilometri di ferrovie costituenti la rete italiana, la massima parte, cioè 13,000 chilometri, in cui sono comprese le linee principali, vengono direttamente esercitati dallo Stato. In Italia, dunque, lo Stato, non solo provvede all’amministrazione della giustizia, all’istruzione e alla sicurezza pubblica, alle poste ed ai telegrafi, ma esercita pure le ferrovie. In altri paesi, come in Italia sino a pochi anni addietro, le ferrovie sia principali che secondarie, sono nelle mani di private Società.
Si è molto discusso se l’ingerenza diretta del governo nelle ferrovie sia un bene o un male, e noi non possiamo tentar qui neppur un accenno della questione, perchè dovremmo toccare argomenti assai difficili. È indubitato però che in tutti i paesi si manifesta