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giata: quella della introduzione della carrozza con letti, a prezzi accessibili anche ai viaggiatori di scarse risorse, limitatamente, ben inteso, ai treni che compiono lunghi percorsi notturni. Il viaggio di notte con relativa comodità è spesso una risorsa per chi deve dedicare agli affari le ore del giorno: orbene non è certo assai difficile il problema di rendere i sedili trasformabili, durante la notte, in letti sovrapposti per modo che i viaggiatori possano prendere la posizione orizzontale, che è quanto basta per dormire a chi non ha abitudini raffinate. La carrozza a letti cesserebbe, quindi, come tante altre cose, dall’essere oggetto di lusso.


I carri per le merci. — La classificazione dei carri per le merci di uso comune si fa in tre categorie: carri chiusi, carri aperti e carri piatti. I primi hanno la cassa completa che si può chiudere, in maniera da garentire il contenuto dalle manomissioni e dalla pioggia. I secondi hanno soltanto le sponde e sono perciò adoperati per le merci di scarso valore e che non temono le intemperie; i carri piatti, infine, non hanno che il solo piano o sono provvisti di piccole sponde ribaltabili e servono pel trasporto di oggetti indivisibili di gran peso, lunghe travi, rotaie e simili. Quando i pezzi da trasportare eccedono la lunghezza di un carro si ricorre a carri muniti di bilico, cioè di un apparecchio che permette a due carri fra loro congiunti e aventi un carico comune di spostarsi uno rispetto all’altro. Nei carri ordinari si cerca di raggiungere più che si può una certa uniformità di tipo, perchè in tal modo ne riesce più facile lo scambio e più intensa l’utilizzazione. Si cerca altresì di ingrandirne la capacità per ridurre il peso morto del trasporto; i grandi carri pesano, per ogni tonnellata di merce che possono contenere, meno dei carri piccoli e sono perciò preferiti, specialmente per le merci di scarso valore che si trasportano in grandi quantità.