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tubo di scarico, quando il coperchio di scatola lascierà scoperta la fenditura di sinistra, il vapore entrerà nel cilindro da sinistra, ed essendo la fenditura di destra in comunicazione con quella centrale per via del cassetto, il vapore esistente nella camera destra del cilindro andrà allo scarico. Quando, invece, il cassetto scoprirà la fenditura di destra avverrà il contrario, cioè il vapore entrerà da destra e lo scarico avverrà da sinistra. Al moto alterno del cassetto corrisponde, dunque, un movimento analogo dello stantuffo.

Non resta che trasformare il movimento di va e vieni degli stantuffi in movimento rotativo. A tale scopo ogni stantuffo ha uno stelo che esce dal cilindro e termina in un ingrossamento o testa scorrente fra due guide. Da questa testa parte un’asta, detta biella, che va a finire sulla ruota motrice ad un punto distante dal mozzo. Questo basta per ottenere il movimento di rotazione: ne avete un esempio in quel semplice meccanismo che è la mola dell’arrotino.


Alcune particolarità della locomotiva. — La locomotiva normalmente vien fatta marciare col fumaiuolo in avanti: essa però deve potersi muovere anche all’incontrario; deve, cioè poter indietreggiare. A questo provvede l’apparecchio del cambiamento di marcia, col glifo di Stephenson.

Se supponiamo la macchina in riposo, il cassetto sarà in una posizione per la quale non lascerà scoperta nè la luce di destra nè quella di sinistra: a seconda che ammetteremo per la prima volta il vapore da destra o da sinistra la locomotiva s’incamminerà in un senso o nell’altro.

Al glifo fanno capo due eccentrici, che comandano il movimento del cassetto nel senso innanzi spiegato. Se il glifo è disposto in modo da far agire l’eccentrico superiore si ha la marcia in avanti; se l’eccentrico inferiore, si ha la marcia indietro.

L’apparecchio di cambiamento di marcia ha ancora un altro ufficio non meno importante da com-