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in arrivo incontri sul suo cammino un qualsiasi ostacolo. La cosa sembra assai semplice, ma nel fatto è complicatissima, tanto che, malgrado le norme severissime dei regolamenti e l’attenzione costante del personale, fin sulle ferrovie meglio esercitate non si riesce ad evitare i disastri, di cui quotidianamente ci danno notizia i giornali. Ma se il movimento dei treni sulle ferrovie ha potuto raggiungere l’intensità che ha adesso, con pericolo relativamente assai lieve, ciò devesi alla introduzione di ingegnosi apparecchi di sicurezza, che purtroppo non si prestano ad una descrizione facilmente accessibile a tutti.
Basterà dire che ora in tutte le grandi stazioni gli scambi sono collegati ai segnali in maniera che non è possibile dar la via libera ad un treno se tutti gli scambi sul quale esso deve passare non sono nella giusta posizione e se i binari costituenti l’itinerario ch’esso deve percorrere non sono perfettamente sgombri. Scambi e segnali così collegati sono affidati ad un agente solo, che li manovra stando in una cabina elevata, dalla quale può seguire il succedersi spesso vertiginoso dei treni. Questi agenti sono garentiti da errori per virtù dei meccanismi, ma non per questo sono meno esposti ad un faticoso lavoro e ad una tormentosa attenzione, giacchè essi debbono non soltanto curarsi della sicurezza, ma osservare la regolarità e la puntualità, che costituiscono la preoccupazione costante dell’esercizio ferroviario.
Spesso dei segnali a semaforo si vedono anche lungo le linee: tali segnali servono a costituire quello che si dice il sistema di blocco. Il principio su cui si basa il sistema di blocco è di porre sulla linea tanti segnali a intervalli eguali fra una stazione e l’altra, e poi fare in modo che tra due segnali susseguentisi non vi sia mai più di un treno. Il pericolo di scontro si può allora considerare completamente eliminato.
Ogni segnale di blocco è affidato ad un agente ed i diversi agenti possono comunicare fra di loro