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rispettando i fabbricati, passando al di sotto di condotti e corsi d’acqua, superando ostacoli di ogni genere. La riuscita di questi lavori ha fatto poi pensare ad un’opera di una eccezionale grandiosità: si tratterebbe di congiungere per ferrovia la Francia all’Inghilterra, costruendo un traforo sotto la Manica (lo stretto che separa questi due paesi) che avrebbe la lunghezza di ben 66 chilometri. La proposta è stata avversata dagl’inglesi per ragioni militari e politiche, ma è tale la fiducia che si ha oggigiorno in simili imprese, che nessuno ne ha posto in dubbio la possibilità tecnica, e non è da disperare che, vinte le attuali opposizioni, la titanica opera possa, in epoca non lontana, essere compiuta.
L’armamento. — Con gli scavi e i rialzi di terreno, i ponti, i viadotti, le gallerie non abbiamo fatto che costruire la piattaforma stradale; per completare la ferrovia dobbiamo, come si dice, armarla, cioè munirla del binario che è l’elemento essenziale della strada ferrata.
Abbiam già detto che le due rotaie costituenti il binario sono sopportate dalle traversine che servono a collegarle e mantenerle sempre alla stessa distanza. Le rotaie sono assicurate alle traversine per mezzo di arpioni o di caviglie a vite. La distanza fra le due rotaie si chiama scartamento del binario ed è all’incirca la stessa (metri 1.435 a metri 1.445) in quasi tutti i paesi del mondo. Questa uniformità dello scartamento dà luogo al grandissimo vantaggio che locomotive e veicoli possono passare da un paese all’altro, senza che i viaggiatori siano obbligati a mutar treno ad ogni frontiera e senza che sia necessario trasbordar le merci da un vagone all’altro.
Le traversine non si pongono direttamente sul terreno, sia perchè non sempre vi troverebbero un appoggio eguale ed uniforme, sia perchè a contatto dell’umidità del suolo marcirebbero dopo breve tempo,