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metri di luce, fiancheggiata da due altre arcate minori. Il nome di arcate è veramente inesatto, perchè si tratta, invece, di grandi mensole equilibrate, poste su robustissime pile, che, collegate fra loro, costituiscono il ponte. Questa opera grandiosissima ha dovuto essere rifatta due volte, perchè la prima volta, essendo stata mal calcolata, cadde, trascinando con sè un gran numero di vittime.
Senza addentrarci in particolari, che non sarebbero consentanei al carattere di questo scritto, diremo che ormai l’arte del costruire non conosce ostacoli e che nessuna sfavorevole condizione del suolo si può dir tale da creare impedimento alla costruzione delle strade ferrate.
Le gallerie. — Le difficoltà maggiori alla costruzione delle strade sono opposte dalle alte montagne, le quali non possono essere attraversate che con gallerie. All’inizio delle strade ferrate ogni piccola galleria era considerata come una curiosità ed additata a titolo di meraviglia; oggidì le gallerie sono diventate assai comuni e non stupiscono più. Sono però considerate sempre come opere meravigliose le lunghissime gallerie scavate attraverso le Alpi, nelle quali opere hanno avuto grandissima parte il genio ed il lavoro degli Italiani.
Prima che si iniziasse la costruzione delle strade ferrate non si conosceva l’arte di costruire le gallerie, malgrado i romani avessero lasciato esempio di qualche breve traforo pel passaggio di acquedotti o per strade comuni. I primi trafori, quindi, si costruirono verso il 1850. Se il terreno era roccioso si ricorreva alle mine, praticando i fori con scalpelli a mano e caricandoli poi con polvere nera. Ma questo mezzo riusciva assai lento e non avrebbe mai permesso di costruire trafori lunghi più di qualche chilometro.
Due grandi invenzioni concorsero a rendere possibili le lunghe gallerie: la dinamite e la perforatrice meccanica.