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LIBRO DECIMOTERZO 9

parole, avea l’arte, concetti vivi o scuri apposta: nè a C. Cesare la bestialità tolse la forza del dire: e Claudio, quando diceva pensato, era elegante. Lo ingegno di Nerone degli anni teneri se n’andò in dipingere intagliare, cantare, cavalcare, e semi di dottrina mostrava nel verseggiare.

IV. Fornito il piagnisteo, egli venne in senato: e, discorso dell’autorità de’ Padri e dell’unione de’ soldati, parlò egregiamente dei suoi pensieri ed esempi per ben governare; non gioventù nutrita in armi civili, in discordie di casa, non odj, non ingiurie arrecare, non avidità di vendetta. Propose il modello del governo avvenire, scansando tutte le cose che eran frescamente spiaciute: „Imperocchè egli non abbraccerebbe ogni causa, acciocchè vedendosi tutti gli attori e i rei in una camera, non pòtesser i pochi favoriti assassinare, e far delle giustizie e grazie baratteria. Una cosa sarebbe la sua famiglia, un’altra la repubblica. Riterrebbe il Senato l’antiche sue autorità: l’Italia e le province del popolo andrebbono al tribunale de’ Consoli, che le introdurrebbero al Senato: egli penserebbe agli eserciti.„

V. E tutto osservò: e furon fatti molti ordini, come volle il Senato, che gli avvocati non si comperassero per mercede o presenti: che al far lo spettacolo de’ gladiatori non fusser tenuti nè anche i disegnati Questori; non ostante che, per esser contro agli ordini di Claudio, contraddicesse Agrippina: la quale faceva ragunar i Padri in Palazzo, e alla porta udiva con un velo innanzi per non esser veduta; e mentre gli ambasciadori armeni sponevano dinanzi a Nerone, veniva per salir su,