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LIBRO DECIMOQUARTO | 61 |
aiuti vicini da diecimila, non parve da perder tempo: e s’ordina alla battaglia. Scelse luogo dinanzi stretto, e dietro chiuso da boscaglia, sicuro d’agguati; sapendo tutti i nimici esser a fronte, e la campagna rasa. Ordinò la legione in molte squadre; ì leggieri armati d’intorno, i cavalli alle bande. L’esercito britanno, sparso per caterve e frotte di cavalli, braveggiava più numeroso che mai, e sì fiero, che menaron le donne a veder la vittoria in carri, che facevan corona a quella pianura.
XXXV. Boudicea in carretta con sue figliuole innanzi, andava a ogni nazione dicendo: „Solere in Britannia maneggiar le guerre le donne; ma ella allora non venire a difender quel regno e le sue forze, come nata di tanti eroi, ma come una delle più plebee a vendicar le sue bastonate, la perduta libertà, e l’onor tolto a quelle figliuole, da che la libidine romana era venuta a tale, che non le campava vergini nè vecchie. Ma gl’Iddii aver messo mano alla giusta vendetta; tagliato a pezzi una legione che ardì far testa; gli altri starsi serrati nel campo o specolare via da fuggirsi; non sopporterieno il romoro e le grida, non che l’impeto e le mani di tante migliaia. Quelle, e la tanta ragione sforzarli a vincere morire in quella battaglia; ella donna il farebbe; vivansi gli uomini e servano.„
XXXVI. E Svetonio non taceva in tanto pericolo: ma, se bene confidava nella virtù, esortava e pregava: „Ridessonsi delle minacce e del fracasso dei Barbari; vedervisi più donne che gioventù; non guerrieri, non armati, tante volte rotti, che la darieno a gambe come vedessero i vincitori e ’l ferro. Nei grossissimi eserciti ancora pochi esser quei che rom-