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44 DEGLI ANNALI

gnare una parte di nave che s’aprisse, e la facesse all’improvviso cadere in mare, capacissimo di tutti i casi. Se ella affogasse, chi ne imputerebbe mai altri che i venti e l’onde? il principe gli farebbe i tempj, gli altari, e l’altre onoranze pie.

IV. Piacque l’avvedimento, e venne a tempo l’andata di Nerone a Baia alla festa de’ Cinque Dì, ove la invitò; e andava dicendo che gli sdegni delle madri si deon tollerare e placarli, per dar nome d’essersi rappattumato, e accogliere Agrippina che veniva (come son le donne preste al credere) a rallegrarsi. Giunta da Anzio al lito, le si fe’ incontro, e la prese per mano e abbracciò, e condusse a Bauli, villa in sul mare, che gira dal Capo di Miseno al lago di Baia. Aspettavala una nave più adorna dell’altre, quasi per onorarla, usando ella farsi portar da galea o altro legno a remi. Allora la invitò a cena, perchè la notte coprisse l’eccesso. Seppesi che l’inganno le fu scoperto; credesselo o no, si fece in seggiola portar a Baia. Quivi passò la paura per le carezze che le fece Nerone; misela nel primo luogo, e ora con cianciar giovenile, ora con inarcar le ciglia quasi conferendole cose gravi, la cena allungò. Partendosi ella, non si saziava di guatarla e strignerlasi al petto, o per compiere l’inganno o perchè l’ultima vista di lei vicina alla morte rattenesse quell’ànimo, benchè di tigre.

V. Parve che gl’Iddii facessero a posta quella notte stellata e quieto il mare, per convincere il fatto. Non guari era camminata la nave, ove tra gli altri accompagnanti Agrippina, Crepereio Gallo stava presso al timone; e Aceronia a’ piedi di lei, che giaceva, per allegrezza contava del figliuolo ripen-