Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 2.djvu/419

immortali ; quindi bramano il generare, e non curano il morire. I corpi non ardono ; ma ripongono , come gli Egizj ; così credono e stimano degl’ Iddii di ninferno: il contrario de’ celesti. Gli Egizj adorano molte bestie e figure formate; i Giudei un solo Iddio contemplano con la mente sola; e tengono profani quei che di materie mortali, a fogge di uo. mini, fanno le immagini degl’ Iddii ; il loro stimando sommo, eterno, non mutabile, non mortale. Però in loro città , non che ne’ tempj, non vedresti una statua : con queste non adulano Re, nè adorano Cesari. Ma perchè i loro sacerdoti sonavan Hauti e tamburi^ cinti d’ ellera, e nel tempio si trovò una vite d’ oro^ pensarono alcuni essi adorare il padre Bacco , che domò F Oriente ; ma non tornano le cirimonie di Bacco, gaie e liete, con le giudee, strane e schife.

VI. Confinano da Oriente con l’Arabia, da mezzodì con l’Egitto , da Ponente con la Fenicia e ’l mare, da Settentrione con la Sorìa per lungo tratto. Gli uomini vi son sani e da fatica : rare piogge, grasso terreno, biade come le nostre: hanno di più palmeti alti e vaghi, e’l balsamo, piccolo arbore; del quale venuto in succhio, se/ intacchi un ramo con ferro, le vene ghiacciano, con isverza d’ un •asso o coccio, versano liquore medicinale. Il monte Libano è il più alto, e sì ombroso, che a maraviglia in tanti ardori mantiene la neve ; e quindi n« scaturisce il fiume Giordano. Questo non mette, come gli altri in mare, ma fende due laghi , e rimami nel terzo ; di giro ampissimo , del colore del mare , peggior sapore : col puzzo ammorba i vicini : non mosso da vento, non mena pesci, non v’ alia uccello ; nè si sa la cagione : ciocchè vi si getta, co*