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venendo alle mani subitamente, non aver Ceriate altre legioni che il rimasuglio de' germani eserciti, obbligato aT Galli: e l'aver rotto ( che mai noi pensarono ) quella canaglia di Valentino, saria l'esca a farli tornar alla trappola, e darieno nelle mani non d'un fanciullo, che più sa servirsi delle parole e della lingua , che del ferro e dell' armi , ma di Civile e Classico , alla cui vista ricorderiensi quei tante volte fatti prigioni, della paura, fuga, fame e vita, chiesta per Dio: nè tener dalla loro i Treviri e Lingoni per amore : mancata la paura , ripiglieriano l' armi ». Classico approvò il parere di Tutore ; e d' accordo subito fu eseguito.

LXXVII. Messi gli Ubj e Lingoni nel mezzo, nel destro corno i Baiavi , nel sinistro Brutteri e Tenteri. parte ne' monti , altri tra la strada e la Mosella , assaltarono tanto alla sprovveduta , che Ceriate nella sua camera e letto ( che quella notte era fuori delli alloggiamenti ) a un' otta seppe , i suoi esser combattuti e perdere ; sgridando i riferenti di tanta paura , sino a che vide con gli occhi la gran rovina; guasti gli alloggiamenti delle legioni; in fuga i cavalli; preso il ponte di Mosella. da cui la città è. congiunta. Ceriale in tanto frangente franchissimo con le sue mani pigneva in dietro i fuggenti: gittossi disarmato tra l'armi; con questa felice temerità fattovi accorrere i fortissimi , riprese il ponte : lasciatovi eletta guardia, tornò al campo. Vedendovi le squadre delle Legioni, prese a JNovesio e Bonna, disperse ; rari all' insegne , e l' aquile quasi prese , acceso- d' ira, disse: » Voi non lasciate Flacco, non Vocula ; qui non è tradimento ; non ci ho fatto altro errore che creder che voi , dimenticato la lega