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tutto di Domiziano; dicendo: il padre di lui sotto Caio Cesare aver onoratamente esercitato tal carica; esser di famiglia cara a' soldati 5 e benchè Senatore, sufficiente all'uno e all' altro officio. Con li più risplendenti della città e molti ambiziosi. si apparecchiano d? andare a questa guerra Domiziano e Muoiano; di due voleri : l' uno per giovanezza e speranza ne faceva furia, l'altro tratteneva per raffreddare il giovane ; che non pigliasse ardente e feroce con mali consiglieri attorno l' esercito, e rovinasse la pace e la guerra. Passaron l'Alpi Pennine e Co-» ziane e parte Monte Graio, le legioni vittoriose, sesta e ottava, la ventunesima, stata Vitelliana, e delle fatte di nuovo la seconda. Fecersi venir di Britannia la quattordicesima, e di Spagna la sesta e la decima. Alla fama adunque del vegnente esercito, gli Stati della Gallia, per natura inchinati alla pace, convennero a Rems. Aspettavansi gli Ambasciadori de'Treviri, frai quali lo più fiero accenditore alla guerra, Tullio Valentino, con diceria composta vomitò tutti i veleni soliti contro a' gran potentati in offesa e odio del popol romano : uomo turbolento , da seandoli, ciarlatore, che gustava a molti.
LXIX. Ma Giulio Auspice, dei primi di Rems, mostrando la possanza romana, li beni della pace, le guerre ancora da'dappochi pigliarsi, ma farsi con pericoli de' più valorosi , e già avere addosso le legioni: mosse i saggi con la sua ri vere nza e con l'ammonirli della fede; li giovani con la paura e pericolo. Lodavano il coraggio di Valentino, e s' attenevano al consiglio d' Auspice. Certo è che le Gallie non si fidarono de'Treviri e Lingoni; perchè nei rumori di Vindice tennero da Vergini©. Diede molta