Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 2.djvu/398

quando Campano e Giuvenale, de'principali Tungri, gli si diedono con tutta lor gente. Labeone prima che fusse accerchiato, fuggì. Civile ricevette in fede anche i Betasj e' Nervj, e li aggiunse a' suoi ; e l'altre città, per sì gran fatti, ne temevano o lo volevano.

LXVII. Giulio Sabino, fuor de' termini della lega romana , fa salutarsi Cesare j e con grande e disordinata sua genìa, cavalca con pazza, furia ne'Sequanii nostri confinanti e amici ; i quali non fuggirono la battaglia. La fortuna i migliori favorì. Rotti i Lingoni. Sabino, che con temerità aveva la battaglia affrettata, con egual paura l'abbandonò; e per dar voce di esser morto, arse la villa ove fuggì; e eredettesi che da sè stesso vi s' ammazzasse; ma come ei fece a viver nascosto nove anni, ed ebbe fermi amici, e il bello esempio d' Epponina stia moglie, diremo a suo luogo. La vittoria de' Sequani fermò l' impeto della guerra. I popoli cominciarono a ravvedersi e tener conto dell'onesto e convenuto; e furon primi quei di Rems , i quali per le Gallie bandiscono Dieta per deliberare o pace o libertà.

LXVIII. Ma in Roma queste nuove, fatte peggiori, travagliavano Muciano. In Gallo Anilio e Petilio Ceriale Capitani , benchè valorosi, eletti da lui, non pareva da fidar tanta guerra; nè da lasciare senza Capo la città ; pericolosa la sfrenatezza di Domiziano; sospetti, come dicemmo, Antonio Primo e Arrio Varo. Questi, come Prefetto de' Pretoriani, aveva le forze e l'armi in mano; e Muciano il cassò, e'1 fece sopra l' abbondanza per consolarlo, e per acquietare Domiziano, che lo vedea volontieri. La Prefettura diede a Clemente Aretino, imparentato co' Flavi 6