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talia, o alti*e province, son venuti forestieri iu casa nostra, la guerra gli ha consumati o se ne sono rifuggiti alle case loro. Di quei . he ci furon condotti più fa, o sono imparentati con esso. noi, o de'loro discesi: questa è oggi patria. ]\oi vi abbiamo per tanto iniqui, che ci vogliate far uccidere i padri, fratelli e figliuoli nostri. Le gravezze e le gabelle alle mercanzie son levate. Siano i passi liberi , ma di giorno e per gente senz'arme, tanto che i nuovi ordini pasrsino in uso. Civile e Velleda saranno arbitri, e capitoleranno tra noi. » Così i Tenteri addolciti, àmbasciadori andaro a Civile e Velleda, con presenti, e ottennero quanto vollero gli Agrippinesi, da parlare o veder Velleda iu fuori; non lasciando vedersi, per esser con questa sicumera, più venerata. Stava in un' alta torre: un suo congiunto eletto portava i consigli e risponsi quasi nunzio della Dea.
LXVI. Civile, rinforzato della compagnia delli Agrippinesi, deliberò guadagnarsi i popoli vicini ; e se repugnassero, combatterli. Occupa i Sunici: ordina quella gioventù in compagnie di soldati. Clau-f dio Labeone con gente ragunaticcia di Betasj, Tungri e Nervj, non lo lasciò passar più oltre , confidato nel sito , avendo preso prima di lui il ponte della Mosa. Combattevasi in quello stretto dubbiosamente, quando i Germani passati a nuoto diedero alle spalle di Labeone: e Civile, per ardire o convegna, entrò nell'oste de'Tungri e gridò: " Non abbiamo preso a far guerra noi Batavi e Treviri, per esser padroni delle genti. Gli Iddii ci guardiuo da tanta aiv roganza : toglieteci per compagni. Io vengo a servirvi per Capitano o soldato', come voi rete voi », Mosse i soldati bassi ejnettevau le spade nel fodera,