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più creduto; e l'ardere e guastare le ville era segno che venisse l'esercito"vincitore. Vocula fa piantar le insegne a vista del campo e tirar fossa e steccato, per mettervi le bagaglie, acciò combattessero più spediti. Il che fu loro occasione di gridar battaglia al Capitano ; a minacciarlo già erano soliti. Senza aspettar d'ordinarsi cominciano a combattere stracchi e scomposti , essendosi Civile fatto innanzi , confidato non meno de'difetti de'nimici, che nella virtù de'suoi. La fortuna dei Romani fu varia : i più scandolosi erano i più poltroni: alcuni per la ricordanza della fresca vittoria , non uscivano del luogo . ferivano il nimico: sè e chi era loro allato rincoravano: e rinnovata la zuffa , le mani sporgevano alli assediati , che allora era tempo. Essi vedendo dalle mura il tutto, escono da tutte le porte: e per ventura a Civile cadde sotto il cavallo : voce andò per ambi gli eserciti che egli era ferito o morto : non si direbbe quanto spavento mise a' suoi , e ardire a' nostri.

XXXV. Ma Vocula in cambio di seguitar i fuggenti , alzava lo steccato, e le torri del campo come aspettasse altro assedio: e per aver guasto la vittoria tante volte, mise sospetto non falso di volere che la guerra durasse. Non patendo i nostri più che di fame, si mandarono a Novesio i carriaggi delle legioni con la turba disutile , per quindi condur frumenti per terra , essendo del fiume padroni i nimici. Andarono la prima volta sicuri, non essendo Civile ancor ben guarito: ma la seconda , quando intese delle compagnie date per guardia, e che andavano, come in molta pace , radi alle insegne, con l' armi in su carri s tutti licenziosi e sparsi, gl' investisce ben ordinato, fatto prima pigliar i ponti e passi stretti. La battaglia