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Varo le pretorie. Poscia riguardando a gl' Iddii, piacque che il Campidoglio si rifacesse. Ordinate furon tutte queste cose per sentenza di Valerio Asiatico eletto Consolo: gli altri le approvavano per cenni di volto o mano : pochi de' più segnalati o pratici nell' adulare , con dicerie pensate. Quando toccò a Elvidio Prisco, eletto Pretore, pronunziò cose onorevoli a buon Principe , niente adulatrici, esaltatissime dal Senato: e quel giorno gli fu gran gloria e principio di suo gran danno.

V. L' avere nominato due volte questo memorevole uomo, richiede ch' io tocchi alquanto di sua vita, professione e sorte. Nacque in Terracina, terra municipale , di Cluvio Capitano di Primopilo ; molto giovane impiegò il chiaro ingegno in filosofìa; non, come i più , per vivere disutile sotto questo nome ampio, ma per governare la Repubblica, ben tetragono a' colpi di ventura. Seguitò i maestri che tengono : esser beni le sole cose oneste, e mali le brutte: potenza, nobiltà e ciocchè è fuori del nostro animo, nè beni nè mali. Non ancora stato più che Questore, fu da Trasea Peto fatto genero : dal suocero niente apprese , più che esser libero cittadino. Senatore, marito, genero, amico, fu sempre buono egualmente^ sprezzator di ricchezze; costante nel giusto; da paura sicuro.

VI. Apponevangli alcuni troppa voglia di fama; ma la gloria è F ultima vesta che lascino anche i filosofi. Per la rovina del suocero fu cacciato ; rimesso da Galba , prese ad accusare Marcello Eprio , accusatore di Trasea. Questa vendetta, dubbia qual fosse più tra giusta e grande, divise il Senato; perchè se Marcello cadeva, sfracellava un mondo di rei. Contesero