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tre coorti Campidoglio, rocca sicura da grandissimi eserciti. Non può darsi a uno quella colpa che lu di tutti; perchè Muoiano con le lettere di due sensi ritardava i vincitori : Antonio con ubbidire arrovescio e incolparne gli altri, sè caricò: gli altri Capi, per creder la guerra finita, le diedon fine più ricordevole. Anche Pclilio Cenale mandato innanzi con mille cavalli ad attraversare il piano de' Sabini, e per la via Salaria entrar in Roma, molto penò; finchè la fama dell' assediato Campidoglio fece destare ognuno.
LXXIX. Antonio per la via Flaminia a molte ore di notte giunse a'Sassi Rossi; aiuto tardo. Ivi intese di Sabino morto, Campidoglio arso, Roma in tremito, ogni cosa dolore, e che la plebe e schiavi si armavano per Vitellio. E Pelilio Ceriale co' suoi cavalli fu rotto da' pedoni Vitelliani, a' quali corse addosso, come a vinti , non cauto; e trovò riscontro. Combattessi poco fuor di Roma tra quelle case, orti e traverse, che note a'Vitelliani e non a' ninnici, gl'impaurirono : nè tutti i cavalli eran d'accordo; perchè alcuni delli arresi a Narni stavano a veder chi vincesse. Fu preso Tullio Flaviano, Capitano d' una compagnia di essi cavalli : gli altri fuggirono bruttamente, seguitati non oltre Fidene.
LXXX. Questo successo accrebbe Y affezione del popolo: la plebe di Roma prese l' armi : pochi aveano scudo : i più dando di piglio a ciò che veniva loro alle mani, chieggon battaglia. Vitellio li ringrazia: comanda che coprino a difender Roma: ragnna il Senato : mandano ambasciatori alli eserciti a persuadere, sotto pretesto della Repubblica, accordo e pace. Questi ebbero fortuna varia; que'che incon