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alle navi, ov' era il medesimo terrore e scompiglio, mescolativi paesani, cui come gli altri, i Vitelliani ammazzavano. Nel primo -tumulto scamparon sei galee con Apollinare Ammiraglio : l' altre o furon prese o affondarono dalla folla e peso di quei che vi si gettavano. Giuliano fu menato , frustato e scannato dinanzi a L. Vitellio. Fu chi incolpò Triaria sua moglie d' avere, cinta di spada, usato superbia e crudeltà fra le miserie della sforzata Terracina. Egli ne mandò al fratello la lettera con l'alloro e domandandogli, se dovea tornarsene,
0 finir di domar Terra di "Lavoro ; il che fu la salute non pur della parte Vespasiana, ma della Repubblica ; perchè , se que' soldati in su la vittoria feroci, per natura ostinati, si difilavano a Roma; la battaglia era grossa e la rovina della città, perchè L. Vitellio, benchè infame, era industrioso, e assai valeva; non con le virtù, come i buoni, ma co' vizj, come i pessimi.
LXXVIII. Mentre i Vitelliani facevano queste cose,
l esercito di Vespasiano partito da Narni, si stava ne' giorni di Saturno in Otricoli , ozioso a gittar via questo tempo- per aspettar Muciano. Nè mancò chi dicesse che Antonio il fece ad arte; perchè Vitellio gli scrisse segretamente, che volendo servir lui. il faria Consolo e suo genero con ricca dote. Altri dicevano che questo cardo gli era dato per compiacere Muciano. Alcuni, che ciò fu consiglio di tutti i Capi : mostrar la guerra a Roma e non farla, vedendo che Vitellio piantato da' soldati migliori e da tutti gli aiuti, avrebbe ceduto l'Imperio. Ma ogni cosa guastò la fretta, e poi la dappocaggine di Sabino, che prese l' armi sconsiderato e non seppe difendere da