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nella guerra civile, ma per inganno privato ; ora alla scoperta assediato, alla scoperta abbruciato ; e qual guerra cagionò l qual pregio di tauto male ? Salvar la patria forse 7 Gettonne per boto i fondamenti il Re Tarquinio Prisco, per la guerra sabina, non dicevoli allora alle deboli forze di Roma, ma risguardò la speranza della futura grandezza. Alzaronlo Servio Tullio con l'aiuto dei collegati, e Tarquinio Superbo, presa Suessa Pome/ia con le spoglie nemiche. Ma la gloria dell' averlo compiuto fu serbata a Roma libera. Cacciati i Re, Orazio Pulvillo nel suo consolato secondo, lo dedicò con tal magnificenza, che poi la smisurata potenza del popol romano lo potè adornare, non accrescere. Quattrocento venticinque anni dappoi nel consolato di L. Scipione e C. Norbano, arse di nuovo e fu rifatto sopra la medesima pianta. Sulla vittorioso n' ebbe la cura, e nonlo dedicò (ciò solo alla sua felicità fu negato); ma Lutazio Catulo, il cui nome, tra tante memorie di Cesare, vi si lesse insino a Vitellio. Sì fatto tempio allora ardeva ,

LXXIII. con più paura delli assediati, che de' Vitelliani, forti ne'pericoli e astuti' dove in quelli erano i soldati timidi, il Capo dappoco, che non trovava spedienti da sè, nè prendeva que' d'altri: correva qua e là alle grida de' nimici : comandava quel che aveva vietato e vietava il cqmandato ; e quel che nelle cose disperate avviene, ognun comandava e niuno eseguiva. All' ultimo gittate giù l' armi guardavano dove e come fuggire. Entrano con furore i Vitelliani : e mettono ogni cosa a ferro e fuoco e sangue. Pochi di que'soldati, che ardiron combattere 3 tra'quali Cornelio Marziale," Emilio Pacense ,