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trava in Roma senza sangue. Ma i più fedeli a Vitellio , più gli dannavano le condizioni di quella pace brutta, non sicura a discrezione del vincitore: » ll quale « (dicevano) •i non esser tanto superbo ch'ei patisse che tu vivessi privato, nei vinti lo patirieno; così la misericordia ti arrecherebbe pericolo. Sii vecchio , sii stucco dei beni e de' mali ; ma Germanico tuo figliuolo, che nome, che stato avrebbe? Offerisconti danari, corte, paradisi; ma come Vespasiano fosse in sella, non terrebbe sicuro sè , uè gli amici, nè gli eserciti, sino a che non vedesse spento il tuo seme emolo. Agro è lor saputo tener vivo per tutti i casi Valente in prigione ; non che Primo e Fusco e Muciano, principal di quella parte, avesser licenza di far altro di te che ucciderti. Non la perdonò Cesare a Pompeo, non Augusto ad Anionio, se già più alti spiriti di loro non porta Vespasiano stato cortigiano di Vitellio , quando egli era Consolo con Claudio. Che non più tosto muoverti, come la censura, e i tre consolati di tuo padre , tanti onori di tua nobil famiglia, ricercherebbono a prendere dalla disperazione ardimento ? I soldati ti tengono il fermo : t'avanza il favor del popolo. Peggio non può avvenirci che in questo modo gittarci via. O vinti o arresi, morti siamo : è pur meglio con virtù, che con istrazj e scherni, render l' ultimo fiato ».

LXV1I. Vftellio era sordo a' forti consigli. Scoppiavagli il cuore , persistendo nell' armi, d' aver a lasciare il vincitore più crudo a sua moglie e figliuoli. La vecchia madre pochi dì prima morì a tempo, che non vide rovinata la casa sua. Del principato del figliuolo non cavò altro che pianto c nome di bontà.