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quale, assalito il nimico scomposto e sbandato per vaghezza di preda, lo ripinse a'navilj: fabbricò galee a furia: raggiunse Aniceto alla foce del fiume Corbo, sicuro con l'aiuto del Re de'Sedochezi, con cui s' era con danari e doni collegato. Il Re da prima lo difendeva con armi e minacce; propostogli poi o premio o guerra , il Barbaro ( come son traditori ) vendè la vita d'Aniceto e le persone de'fuggitivi ; e finì la guerra servile. Vespasiano, lieto della vittoria, andandogli ogni cosa me'che non desiderava, ebbe in Egitto avviso del succeduto a Cremona. Tanto più sollecitò d' andar in Alessandria ; per istrigner,- ora che l' esercito di Vitellio era rotto, anche Roma con " la fame, bisognosa d' aiuto forestiero; e metter il nimico in carestia e discordia, chiudendo le tratte eie'viveri di tutta l' Affrica , la quale s' apparecchiava di assaltare per mare e per terra.

XLIX. Stando il Mondo in tanto trambusto, mentre la fortuna dell'Imperio si muta, Antonio Primo dopo il fatto di Cremona non fu così netto; parcvagli alla guerra aver soddisfatto e agevole ogni residuo, e forse la felicità scoperse sua natura, avara, superba, e gli altri vizj nascosti. Calpestava Italia come sua presa ; teneva le legioni per sue : ogni suo detto o fatto, tendeva a farsi grande ; e per far licenziosi i soldati , rimetteva nelle legioni il rifare i Centurioni morti; onde erano fatti i più seandolosi; nè i soldati stavano co' Capitani ; ma questi dalla violenza loro eran tirati : e di tali cose sediziose e guastatrici della milizia, facea guadagno, senza temere di Mudano, che s'appressava, che era peggio che avere sprezzato Vespasiano.