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rittime, fedele a Vitellio . al cui giuramento con tutto i nimici d'intorno non avea rinunziato. Fece a Valente accoglienza, e lo distolse dall'entrare senza fondamento ne' Narbonesi, come anche ne lo distolse il vedere gli altri alienati- perchè Valerio Paulino procuratore, bravo soldato, in minor fortuna amico di Vespasiano, gli aveva fatto fare omaggio da'popoli vicini ;

XLIII. e , sommossi al pigliar l' arme quelli che Vitellio cassò, teneva guardie nella colonia di Fregius, e altri passi di quel mare: e l' autorità di Paulino vi era grande , perchè Fregius era sua patria. Era stimato da' Pretoriani, de' quali fu già Tribuno: e i paesani per favorire un de'loro, e sperandone grandezza, aderivano a quella fazione. Per tutte queste cose provvedute, fermate , bociate maggiori, e penetrate ne'voltabili animi de'Vitelliani, Fabio Valente con quattro alabardieri, tre amici e tre Centurioni, se ne tornò alle navi, data licenza a Maturo, e agli altri di rimanervi e giurare a lor posta fedeltà a Vespasiano. Valente era per mare più sicuro che per le riviere e città- ma non sapendo che farsi, e vedendo più quello che da fuggire era, che da sperare, fu portato dal temporale alle Stecadi , isole di Marsilia, e quivi preso da galee mandatevi da Paulino.

XLIV. Preso Valente, ogni cosa si voltò al vincitore : e prima in Ispagna la legion prima Aiutrice, nimica a Vitellio, per la memoria d'Otone, la quale seco trasse la decima e la sesta. Le Gallie non si fecer pregare. Aggiunse la Brettagna a Vespasiano la grazia che vi acquistò, governando con tanta gloria la seconda legione datali da Claudio, non senza

alterazion dell'