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al giardino ove era Saturnino alloggiato. Ogni cosa fecero Primo. Aponiano e Messalla, per lui campare : ma gli valse nascondersi al buio nel fornello di certa stufa per sorte spenta. Onde a Padova se ne andò senza littori. Partici li due consolari , rimase il comando d'ambo gli eserciti ad Antonio solo; cedendoglielo i colleghi , e volendolo i soldati. Nè vi mancò chi credesse Antonio aver mosso lo scandolo cattivamente , per esser solo padrone della guerra. • . .

XII. Travagliava la parte di Vitellio in più maligna discordia, non per sospetti di popolo, ma per fellonia di capitani. Lucilio Basso ammiraglio a Ravenna indusse que' soldati non chiari, per esser quasi tutti di Dalmazia ^e Pannonia ( le quali province si tenevano per Vespasiano ) a chiarirsi per lui. Di notte , perchè gli altri non sapessero il tradimento, i trattanti soli si ragunarono nelle principia del campo. Basso per la vergogna o paura , se non riuscisse aspettò in casa. Quei capitani con gran tumulto abbattono le immagini di Vitellio ; di certi oppostisi fanno pezzi ; l' universale , vago di cose nuove , voleva Vespasiano. Allora Lucilio s' affaccia : palesa , tutto esser di suo ordine. L'armata fa suo Ammiraglio Cornelio Fusco., il quale tosto si presenta. Basso con onesta guardia portato da fuste in Adria, è fatto prigione da Mennio Rufino , che la guardava. Ma di subito lasciato , arrivatovi Ormo liberto di Cesare , tra' Capi anch' egli.

XIII. Cecina , divolgatasi la ribellione dell' armata, chiama da canto nelle principia i principali Centurioni e pochi soldati , dando agli altri da fare, per lo campo. Quivi la virtù di Vespasiano, e le forza