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Basilicata e Calabria s' infestassero a un tratto.
LXXXIV. Erano adunque per le province gran rumori di navi, armi e uomini. L'importanza era trovar danari ; questi, dicendo Muciano, esser il nerbo della guerra civile , non guardava ne' giudizj o torto o diritto, ma-a chi più ne dava; i ricebi erano spiati e ingoiati. Le quali iniquità intollerabili, ma nella guerra scusabili, rimasero nella pace. Vespasiano nel principio di suo Imperio v' andava a rilento; ma poscia, per la buona fortuna e da'maestri pravi, le imparò e ardì. Aiutò la guerra Muciano , anche col suo per rifarsi di questa larghezza privata in molti doppi dalla repubblica. Altri lo vollero imitare, ma pochissimi ebbero quella licenza nel riavere
LXXXV. Accelerò Y impresa di Vespasiano l'esercito d'Illiria venuto dal suo. La legion terza insegnò all' altre di Mesia. Queste erano F ottava e la settima Claudiana, che aveano Otone nel cuore, se bene non furono nella giornata. Le quali già passate in Aquilea, scacciati quelli che d' Otone portavano le novelle , stracciate l'insegne col nome di "V itellio, rubati e divisisi i danari, procedevano da nimiche ; onde ebber timore, e quinci risolverono di metter a conto a Vespasiano quello di che con Vitellio conveniva scolparsi. Così le tre legioni di Mesia per lettere allettavano l'esercito diPannonia, e ricusando , s'ordinavano alla forza. In questo movimento Aponio Saturnino governatore della Mesia piglia brutto ardire; manda un Centurione a uccider Terzio Giuliano, Legato della legion settima, nimico suo , sotto specie che fussc di parte contraila ; il