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28 DEGLI ANNALI

concluslone, parve bene abboccarsi, e rimanere dove e quando Tiridate diceva, che verrebbe con mille cavalieri; venisse Corbulone con quanti volesse, ma venissesi senza elmi e corazze a modo di pace. Avrebbe conosciuto ognuno, non che quel capitano vecchio e sagace, la fraude pensata del Barbaro, vantaggio di numero offerente; perchè contro a mille finissimi arcadori non vale qualunque moltitudine ignuda. Ma infingendosi di non l’avere inteso, rispose: Meglio essere, delle cose di tutti, con tutti gli eserciti insieme consultare; e prese un luogo, ove erano collinette per li fanti, e pianura per li cavalli. Dato il giorno, Corbulone a buon’otta ebbe messo ne’ corni le genti degli aiuti e de’ Re: nel mezzo la legion sesta, con tremila soldati in corpo della terza, fatti venir di notte da altri alloggiamenti, tutto sotto un’aquila, per parere una legion sola. Tiridate si presentò tardi e discosto, da poter esser veduto, più che udito; onde il nostro capitano senza abboccarsi rimandò ciascuno al suo alloggiamento.

XXXIX. Il Re si partì a fretta, o dubitando di stratagemma, vedendo che in molti luoghi a un tratto s’andava: o per levarci le vettovaglie, che ci venivano dal mar Maggiore e di Trabisonda; ma quelle si conducevano per monti da’ nostri ben guardate: e Corbulone per forzare gli Armeni a difender le cose loro, si mette all’espugnazione de’lor villaggi, scegliendo per sè Volando, il più forte, e i minori assegnò a Cornelio Fiacco Legato, e Isteo Capitone Maestro di campo; e riconosciuta la fortificazione e provveduto il bisogno a pigliarla, esortò i soldati a snidiar con preda e gloria quel nimico scorazzante, che non vuol battaglia nè pace; ma col fuggire si