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difesa aver chiarito, che niuna s’arrenderebbe. Trattenesse per tanto la guerra pochi giorni sino all’ail’ivo della legion quattordicesima, di gran nome per sè, e con gli aiuti di Mesia: e se allora, fatto nuovo consiglio, paresse, eoa le forze cresciute si combatterebbe ».

XXXIII. Del parere di Paulino fu Mario Celso: e così consigliò Annio Gallo mandatone a domandare, perchè era poco innanzi caduto da cavallo. Otone voleva dar dentro: a Tiziano suo fratello e Procolo Prefetto del Pretorio, come a ignoranti, parea mill’anni; e col dire, che la fortuna e gl’lddii, e’l genio d’Otone, così lo consigliavano e l’aiuterieno, e con folle adulazione, tolsero animo di replicare. Risoluto il combattere, si disputò se l’Imperadore doveva trovarvisi o no. Gli autori del mal consiglio Io spinsero a ritirarsi in Brcscello; levarsi dalla fortuna, e serbarsi all’ultimo uopo e all’Imperio. Questo giorno fu la prima rovina d’Otone; essendo seco partito il meglio de’Pretoriani, cavalieri e alabardieri, e caduto d’animo a’rimaglienti ; perchè i Capitani eran sospetti: e Otone, di cui solo si fidavano i soldati, ed egli a lor soli dava credenza, avea lasciato jn compromesso l’ autorità de’ Capi.

XXXIV. Ogni cosa sapevano i Vitelliani da molti fuggitivi che sono nelle guerre civili : e le spie, per volontà di spiare i fatti d’ altri, scoprivano i loro. E vedendo Cecina e Valente il nimico armeggiare, saldi e attenti lo lasciavan ( il che è saviezza ) far sacco nella stoltizia; fingendo voler passare il Po contro a’ gladiatori per un ponte, cominciato per non impigrire i soldati, di navi equidistanti incatenate con travi, per resistere alla. corrente, con l’ancore