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con lo spendio, crudeltà e audacia, pareva alla repubblica più dannoso. Tosto che Cecina e Valente furon congiunti con tutte le forze, non avrebbero differita la giornata. Otone fece consiglio se la guerra si dovesse trattener o provar la fortuna. Parve a Svetonio Paulino, tenuto lo più scaltro guerriero de’suoi tempi, appartenergli discorrere di tutta la guerra, e conchiuse, che a’ nimici bisognava sollecitare, a loro indugiare.
XXXII. » Essere l’ esercito di Vitellio comparito tutto, e poco potersene aspettare, per essere le Gallie sospette, e non metter conto abbandonar la ripa del Reno, perchè v’entrino nazioni tanto moleste: i soldati d’Inghilterra aver che fare con que’ nimici : essere il mare in mezzo: armi alle Spagne non avanzare: la Narbonese per le galee e per la rotta ancor tremare: l’Italia di là dal Po esser dall’Alpi chiusa, per mare non soccorsa e guasta nel passar solo dell’ esercito, che non ha onde cavar da vivere, e digiuno non può durare : que’ corpi calosci de’ soldati germani, che sono i più atroci e i più feroci che i nimici abbiano, condotti nella state, non reggeranno alla mutazion del paese e dell’aria: esser molte guerre possenti e furiose svanite per tedio e lunghezza. Essi avere, all’ incontro, tutti i comodi, fede per tutto: la Pannonia, Mesia, Dalmazia co’loro eserciti non tocchi3 Italia e Roma, capo del tutto, il senato e’l popolo, non mai scuri nomi, se ben talora un poco rannugolati: ricchezze infinite, pubbliche e private, e contanti che nelle discordie cittadinesche vagliono più che ’l ferro : soldati di complessione avvezza all’ Italia o a climi caldi : difenderli il Po e sicure città per mura e uomini ; Piacenza