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chieder soccorso. Mandovvi sotto Giulio Classico due coorti de’Tungri, e quattro bande di cavalli, e tutti i cavalli tre viri; parte ne rimase in Fregius, acciocchè mandandosi tutte le forze per terra, non sopraggiugnésse loro l’armata del nimico, non essendo guardato il mare. Dodici frotte di cavalli e un fiore di fanti, con una coorte di Liguri, antica guardia del luogo, e cinquecento novelli Pannoni sfidarono il nimico ; il quale senza indugio accettò. Ordinaronsi in questa guisa : Tenevano le colline in su ’1 mare parte de’ soldati d’armata, mescolati con paesani; il piano tra i colli e ’l mare pretoriani ; nel mare i vascelli accostati, e volti a terra stavano pronti minacciando. I Vitelliani, forti di cavalli più che di fanti, mettono gli Alpigiani sopra i colli; le coorti con le file serrate dietro ai cavalli. Le frotte de’Treveri male accorte si presentarono al nimico; e furono da’soldati vecchi ricevute; e co’sassi incontanente le percosse per fianco una mano di paesani fromboJieri ottimi, che mescolati tra’ soldati, facevano nella vittoria le stesse prove, sì i codardi, come i valorosi; e per più terrore, que’ di mare gl’ investirono alle spalle: e così circondati, erano disfatti tutti, se la notte non copriva i fuggenti.

XV. Non quietano i Vitelliani per ciò: chiamano aiuti: e ’l nimico, per lo successo negligente e sicuro, assaltano ; ammazzano le scolte, sforzano il campo, e l’armata spaventano; sinchè gli Otoniani ripreso animo a poco a poco, e difesi da un colle vicino, corrono loro addosso. La strage fu atroce : i capitani Tungri, tenuta un pezzo la puntaglia, oppressi caddero. Nè senza sangue vinsero gli Otoniani, perchè, per troppo oltre seguitar i nimici, da certi