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a’ soldati pretoriani, tentò con varie arti in maniera, qhe per non v’ essere ammazzato, s’ ebbe a fuggire dell’ isola di nascoso. Quindi si sparse il terrore, e quel gran nome molti svegliò, per desiderio di cose nuove e odio delle presenti.

IX. La fama, che ne cresceva ogni dì, fu per caso estinta. A Calpuraio Asprenate, governator di Gala-^ zia e Panfilia fatto da Galha, furon per suo passaggio date dell’ armata di Miseno due galee. Con esse afferrò a Citno; ove a’-capitani delle galee non mancò chi disse che venissero a Nerone. Egli con mesto \olto, invocando la fede loro, già soldati suoi, li pregava che lo ponessero in Sorìa o Egitto. Essi per dubbio o per inganno dissero, che ne sarieno con gli altri saldati e tornerieno con la risoluzione. Ma riferiro il tutto con fede ad Asprenate- per cui consiglio il navilio fu preso, e colui, chi fosse ammazzato. Il corpo di belli occhi e chioma, e volto fiero, fu portato per l’ Asia a Roma.

X. In quella città discordante, che per li spessi mutati principi non sapea se era libera o senza freno , di cose ancor mcnome si faceano gran romori. Vibio Crispo , per danari, potenza e ingegno , tenuto tra i chiari più che tra’ buoni, voleva che l’ accusa d’ Annio Fausto cavaliere, stato spia di Nerone, si vedesse in Senato, secondo il decreto da’ Padri ultimamente fatto a tempo di Galba. In alcuni si era osservato, in altri no; secondo che il reo aveva danari o favori. Cercava Crispo in tutti i modi di sprofondar questa spia di suo fratello ; e volti aveva , li più de’ Senatori a condannarlo senza disamina o difesa. Appresso ad altri, per lo contrario, nulla più al reo giovava che la soverchia potenza dell accusante. »