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sceleratezze ; indotto Nerone ad ogni ribalderia ; » molte ne fe' che non seppe ; al fine lo piantò e tradì ; onde ninno fu chiesto al supplizio con tanta rabbia, e dalli odiatori di Nerone e dalli amatori. Appresso Galba lo difese la potenza di Vinio, a cui salvò la figliuola, non per pietà. avendone tanti uccisi, ma per avere dove ricorrere : come fa ogni malvagio , che vedendosi venire addosso la piena dell'odio pubblico, si procaccia favor privato per fuggir pena , non colpa. Ma il popolo , per lo nuovo odio di Vinio rincappellato sovra il vecchio di Tigellino, tanto più ostinatamente il chiedea; correndo tutta Roma al palagio, alle piazze , al cerchio , ai teatri, ove ha più licenza. Là onde Tigellino a'bagni di Sessa avuto il comandamento di morire, tra le sue concubine , tra baci, e brutte dimore , segatasi con rasoio la gola, l'infame vita macchiò anche con tardo fine e con disonesto.
LXXI1I. Nel medesimo tempo Galvia Crispinilla , chiesta al supplizio, se n' uscì per varie gretole, con biasimo del principe, che chiuse gli occhi. Fu maestra delle libidini di Nerone ; passò in Affrica per istigare Clodio Macro a ribellione : cercò alla scoperta d' affamar Roma: di poi maritatasi a un Consolare , racquistò la grazia della città : sotto Galba , Otone e Vitellio fu sicura : rimase poi danarosa e senza reda ; cose che hanno forza a' tempi buoni e a' rei.
LXXlV. Otone in questo tempo mandava spesso lettere a Yitellio lusinghevoli, offerendogli danari, faAori, e vita larga e quieta, ovunque ei volesse ; il medesimo a lui faceva Vitellio : dolcemente da prima , e con brutta e «ciocca finzione dell'uno e dell'altro;