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LIBRO PRIMO | 211 |
Senato e popol romano, a’ tre di gennaio s’accostò a Vitellio: di qui si può vedere che capitale n’avrebbe due dì innanzi potuto far la repubblica. Pareggiavano l’ardore delli eserciti i Coloniesi, Treviri, Lingoni, offerendo fanti, cavalli, armi e danari, quanto potrebbe ciascuno con la vita, con le facultà e con l’ingegno. Nè pure i primi delle colonie e delli eserciti, pieni ora di ricchezze e di grandi speranze nella vittoria; ma ogni soldatello ancora, in vece di danari, presentavano a Vitellio lor viveri, cinture, arredi, anni ricche argentate; per volontà, per impeto, per avarizia.
LVIII. Egli lodata la prontezza de’ soldati, distribuì a’ Cavalieri gli uffici soliti darsi a’ liberti: pagò del fisco’a’ Centurioni i risquitti de’ soldati: concedè loro molti domandati ai supplizj; e parte ne sottrasse sotto spezie di incarcerarli. Pompeo Propinquo, procuratore della Belgica, fu subitamente morto: Giulio Burdone, Prefetto dell’armata germana, con arte levato all’esercito, invelenito della querela e poscia insidie poste a Fonteio Capitone, di cara memoria; e potevasi con quelli infuriati ammazzare liberamente, ma non perdonare, se non per inganno. Così Giulio tenuto in carcere, fu dopo la vittoria finalmente, straccata loro ira, lasciato, e dato come vittima Crispino Centurione, imbrattatosi del sangue di Capitone; però chiesto con maggior ressa, e dato con minor cura;
LIX. e’ levato dal pericolo Giulio civile, potentissimo tra i Batavi, per non si provocare col supplizio di lui quella feroce nazione, di cui erano nei Lingoni otto coorti, aiuti della legione quattordicesima, e da lei per le discordie di que’ tempi par-