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cordo; e per non parere ribelle all'Imperio, giurarono l'ubbidienza a' nomi già spenti del Senato e popol romano ; niuno Legato , nè Tribuno per Galba contrastante; e alcuni facevano per quel tumulto maggiore schiamazzo, senza però aringare , non essendo ancora risoluti dove gittarsi.

LVI. Stavasi a maugiunte a contemplarli Ordeonio Flacco, Legato Consolare, senza opporsi alli infuriati, ritenere i dubbi, innanimire i buoni ; ma pigr0, spaurito , innocente , per dappocaggine. Quattro Centurioni della diciottesima , Nonio Recetto., Donazio Valente , Romilio Marcello , Calpurnio Repentino , volendo difender le immagini di Galba , furono con soldatesco empito rapiti e legati. Nè vi ebbe più fede, nè memoria del primo giuramento ; ma tutti, come si fa ne'tumulti, n'andaron co'più. La notte seguente alle calende di gennaio, l'Alfiere della legion quarta'porta nuova in Colonia Agrippina a Vitellio che mangiava, che le legioni quarta e diciottesima, abbattute le immagini di Galba, hanno giurato ubbidienza al Senato e popol romano. Parvegli tal giuramento vano; e doversi la fortuna vacillante incontrare e offerirsi Iroperadore. Mandò a dire alle legioni e Legati, come l'esercito di sopra s' era ribellato da Galba : e conveniva, volendo pace , combatterlo , o fare un altro Imperadore ; e potevasi con meno pericolo eleggere , che cercarne.

LVII. Lra la legion prima la più presso alloggiata e Fabio Valente lo più destro Legato. Costui il giorno seguente con la cavalleria di quella legione e delli aiuti, entrò in Colonia, e salutaron Vitellio Imperadore. L' altre legioni di sotto seguitaron a gara. L'esercito di sopra , lasciati li nomi pomposi del