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scelli per fatto a disperdere questo imperio. Nè solo ricordavano gli «sempi freschi della sanguinosa pace, ma le antiche guerre civili; la tante volte presa Roma da'cittadini ; l'Italia deserta ; le. province saccheggiate; Farsaglia, Filippi, Perugia, Modana dolenti nomi di nostre sconfitte ; » esser ito quasi sozzopra il Mondo, quando dcla1rincipato contesero anche i buoni ; ma per le viuorie di Giulio e d' Augusto, l'imperio stette in piede : e sotto Pompeo e Bruto saria stata in piè la repubblica; ora correremo noi a'tempj ad empiamente pregare che vinca la guerra Otone o Vitellio, sapendo sol questo, che quel de' due che vincerà, sarà il più scelerato ? » Ebbevi chi pensò a Vespasiano, armato in Oriente, più atto di tutti ; ma una guerra in terzo e nuova mortalità, spaventava: e anche non era Vespasiano in buon concetto. Fu il primo che, fatto principe, migliorò.

LI. Ora dirò della mossa di Vitellio i principj e le cagioni. Ucciso Giulio Vindice con tutta sua gente, l' esercito, per sì ricca e agevol vittoria senza sangue , inferocito, voleva imprese e non ozio; premj e non paghe; avendo tollerato milizia lunga, magra e aspra, per lo cielo e sito, e severa per li ordini che nella pace non si' perdonano : nelle civili discordie vanno a monte; essendo chi corrompe , chi tradisce , senza pena da ogni banda. Gente, arme e cavalli gli avanzava per uso e per mostra ; ma innanzi a quella guerra ciascheduno esercito conosceva sue centurie , sue bande : distinguevangli le province Ov' eran posti alle frontiere : allora contro a Vindice si confusero; e avendo fatto sperienza di sè e dei Galli, cercavano uuove armi e risse ; e non li chiamavano