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12 | DEGLI ANNALI |
per detta cagione; il che come Corbulone intese, mandò per essi Arrio Varo, Prefetto d’una coorte. Il Centurione ne venne seco a parole; e per non farsi tra que’ forestieri scorgere, la rimisero nelli statichi e ne’ loro conducenti. Questi anteposto Corbulone, per la sua fresca gloria e benivoglienza ancor de’ nemici. Onde nacque tra questi Capi discordia; dolendosi Vinidio, essergli levato di mano l’acquistato per opera sua, e Corbulone vantandosi, non essersi risoluto il Re offerire gli statichi, se non quando seppe d’avere a far seco, e voltò la speranza in paura. Nerone per rappaciarli bandì, che i fasci dell’Imperadore per le prospere geste di Quadrato e di Corbulone, si portassero con l’alloro; e queste cose toccarono dell’anno appresso.
X. In questo presente, Cesare domandò al senato l’immagine a Gn. Domizio suo padre, e le insegne di Consolo ad Asconio Labeone, stato suo tutore. Le statue d’ariento e d’oro massicce, a lui offerte, ricusò; e contro al voler de’ Padri, che il mese di decembre, nel quale egli nacque, fusse capo d’anno, mantenne alle calende di gennaio l’antica religione. E non furono accettate le querele poste da uno schiavo a Celere Garinate Senatore, e a Giulio Denso Cavaliere, di favorire Britannico.
XI. Entrati Consoli esso Claudio Nerone e L. Antistio, giurando i magistrati negli atti dei principi, non volle che Antistio suo collega giurasse ne’ suoi: laudandolo molto i Padri, che quel giovenile animo compiaciutosi nelle picciole glorie, continuasse nelle maggiori. Fu benigno a Plauzio Laterano, cacciato, come adultero di Messalina, del senatorio ordine; in rimetterlovi prometteva clemenza con sue dicerie