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90 DEGLI ANNALI

aver fatto col poco; or ch’ell’ è magna, ciascuno magnificarsi. Arnese, ariento, famiglia, niuno tener troppo nè poco, se non rispetto al suo stato. Maggiore stato darsi ai senatori che a’ cavalieri’, non perchè diversi sieno per natura, ma perchè, come essi hanno luoghi, gradi e dignità degli altri maggiori così1 s’adagino per contento dell’animo e sanità del corpo di cose maggiori; se già noi non volessimo chi maggiore è, maggior pensieri e pericoli sostenere e mancare de’ loro dicevoli ricriamenti.„ Piacque Gallo agevolmente a coloro che udivano i loro vizj difendere e chiamare per nomi onesti. Anche Tiberio disse: Non esser tempo allora di riforme; nè mancherebbe chi le facesse, se scorso di costume vi fosse.

XXXIV. In questo mentre L. Pisone cominciò a sclamare: „Ogni un vuole magistrati: la giustizia è corrotta; le spie e gli oratori ci minacciano: io vo con Dio: lascio la città per ficcarmi in qualche catapecchia lontana;„ e uscivasi di senato. Tiberio se ne sconturbò: addulcillo con parole: e anche fece che i parenti gli furo addosso, e con l’autorità e coi preghi non lo lasciaron partire. Con libertà non minore poscia si richiamò di Urgulania, gran favorita d’Augusta: perciò delle leggi superchiatrice: e ritirossi in casa Cesare, beffandosi di comparire. Nè Pisone ristette; benché Augusta offesa se ne tenesse e menomata. Tiberio, non parendogli poter civilmente fòre alla madre altro servigio, tolse a comparire in persona al pretore, e difendere Urgulania. Uscì di palagio, alquanto lontano dalla guardia: il popolo corse

  1. Leggi senza dubbio, et aliis quae; perchè talesque turbava troppo il sentimento.