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LIBRO PRIMO 59


LXIX. Novelle andaro che l’esercito era assediato, e venivano i Germani a’ danni delle Gallie: e se Agrippina non teneva che il ponte in sul Reno non si tagliasse, fu chi ebbe di cotanta cattività, per paura, ardimento. Ma quella magnanima, in quel dì fece ufficio di capitano, e donò a’ soldati stracciati e feriti vesta e medicamento. Conta C. Plinio scrittore delle Guerre di Germania, ch’ella stette alla bocca del ponte a lodare e ringraziar le legioni che tornavano. Or questo sì, che toccò Tiberio nel vivo: „Non si piglia ella tali pensieri alla semplice: non si travaglia dei soldati per far guerra agli strani: che accade più imperadori? poiché una donna rivede le compagnie, riconosce le insegne, dona a’ soldati. E forse poca l’ambizione del menare attorno il figliuolo del capitano in vile abito, e dirlo Cesare Caligola? Gli eserciti oggimai stanno più con Agrippina che co’ Legati, co’ capitani. Have una donna attuato un sollevamento che non è stato dattanto l’imperadore„. Seiano aggravava questi odj, e ne rinfocolava Tiberio, perchè al solito lungamente in lui avvampati, ne uscissero saette più rovinose1.

LXX. Germanico perchè l’armata quel basso mare più leggiera solcasse, e nel riflusso sedesse, sbarcò la seconda e la quattordicesima legione, accomandandole a P. Vitellio, che le riconducesse per terra. Il primo cammino fu asciutto, o con poco sprazzo di marea. L’Oceano poscia gonfiò per un rovaio forzato, e per l’equinozio, com’ei suole; e traportavane l’or-

  1. Con questa metafora m’è parso aggiugnere, secondo Demetrio, bellezza e magnificenza a questo luogo. Vada per quelli che io avrò a questo scrittor nobilissimo peggiorati.