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448 DEGLI ANNALI

nir in que’ luoghi, non veduto il meglio, s’appresero al peggiore; essendo di Bizanzio grasso il terreno, e ricco il mare, per l’infinità de’ pesci, che, dal mar maggior e a furia calando, spaventati da biancheggianti sassi sott’acqua lungo l’Asia, torcono a questi porti: e già ne fecero gran traffico e ricchezze; ma poi le si mangiava il comune di Roma con le gravezze: e ne chiedevano fine o moderanza. Il principe, per esser affaticati nella passata guerra di Tracia e del Bosforo, li aiutò, e sgravò dai tributi per anni cinque.

LXIV. L’anno di M. Asinio e M. Acilio consoli molti prodigi mostrarono lo stato dover peggiorare. Arsero di saetta alcune tende e bandiere: uno sciame di pecchie si posò in cima di Campidoglio; nacquero umani parti bisformi; un porco con l’unghie di sparviere; e per mal segno fu preso che in pochi mesi d’ogni magistrato, de’ questori, edili, tribuni, pretori e consoli, ne morì uno. Più di tutti spaventò Agrippina un mal bottone, che gittò Claudio ebbro: „Che era destinato a sopportar le mogli scellerate un pezzo, e poi gastigarle„: onde ella si risolvè a fare, e tosto: e prima spegnere Domizia Lepida per cagionuzze da donne. Costei, per esser figliuola di Antonia minore e per lei, nipote d’Augusto, cugina carnale d’Agrippina, e sorella di Gneo, già marito di lei, non si teneva da meno di essa; giovani, belle, potenti eran quasi del pari: disoneste, infami, supèrbe, e non meno di vizj, che di prospera fortuna, gareggianti; e soprattutto di cui potesse più in Nerone, la zia o la madre. Lepida il giovane attraeva con carezze e presenti; per lo contrario Agrippina gli facea viso brusco e minaccioso, come colei che