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436 | DEGLI ANNALI |
Questo danno diedono ancora i Siluri; e scorrendo assai paese, Didio gli cacciò. Ma dopo la presa di Carattaco, il maggior soldato tra loro fu Venusio lugantese, fedele a noi, e difeso dalle nostre armi mentre fu marito di Cartismandua reina sopraddetta. Nato poi ripudio tra loro e guerra, divenne anco nimico nostro: ma prima combattevano insieme: ella prese ad inganno il fratello e parenti di Venusio. Onde i nimici tinti d’ira e vergogna d’ubbidire a una donna, col fiore della gioventù armata, assaliscono il suo regno; il che noi antivedendo, le mandammo aiuti. Seguì battaglia feroce; dapprima dubbia, poi lieta; e con simil successo combattè la legione sotto Cesio Nasica; conciossiachè Didio vecchio e pieno d’onori faceva fare, e bastavagli tenere il nimico lontano. Non ho divise queste cose seguite in più anni perchè meglio si capiscano. Ora ripiglio l’ordine de’ tempi.
XLI. Nel consolato quinto di Tiberio Claudio e di Servio Cornelio Orfito, s’anticipò la toga a Nerone, perchè paresse abile al governo, e lasciossi Cesare dalle adulazioni del senato menare a far Nerone consolo per quando corresse venti anni; in tanto avesse podestà proconsolare fuor di Roma, e si chiamasse principe della gioventù. Diedesi ancora in nome suo donativo a’ soldati e mancia alla plebe; e ne’ giuochi circensi, che si facevano per farsi amare dal popolo, Britannico vi andò in pretesta, e Nerone in veste trionfale; perchè dal vedere costui vestito da imperadore, e colui da fanciullo, chi l’uno e l’altro esser dovesse s’argomentasse. Certi centurioni e tribuni, che mostravano compassione di Britannico, furon rimossi sotto spezie di finte cagioni d’onori; e se li-