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422 | DEGLI ANNALI |
colleganza: non ribelli di casa arsacida, ma per riavere il figliuolo di Vonone, nipote di Fraate, che gli liberi dalla tirannia di Gotarze, intollerabile ai nobili e a’ plebei. Avere uccisi loro i fratelli, i vicini e i lontani, insino le donne pregne e i bambini; per ricoprir con la crudeltà l’esser suo, dappoco in casa, e sgraziato in guerra. Richiedere l’antica pubblica amistà, che noi soccorressimo i compagni nostri, emoli di possanza, ma cedenti per riverenza. Darsi, non per altro, li figliuoli de’ lor re per ostaggi, che per poter, quando son retti male, mandare al principe e a’ Padri per un re buono uscito di loro scuola„.
XI. Cesare all’incontro parlamentò dell’altezza romana, dell’osservanza de’ Parti: essergli, come al divino Augusto, chiesto il re: e non fiatò di Tiberio, che l’aveva mandato. Meerdate, che presente era, ammonì: „Che non pensasse dominar que’ popoli come schiavi, ma reggergli come cittadini con clemenza e giustizia; cose, quanto meno conosciute, tanto più accette a’ Barbari„. Voltosi alli ambasciadori, lodò a cielo questo allievo di Roma, pieno di modestia; ma doversi qualche cosa comportare a’ re, e non esser utile scambiagli tutto dì; noi esser tanto colmi di gloria, che vorremmo vedere ogni altro stato quieto„. A C. Cassio, reggente la Soria, ordina che conduca il giovane in riva d’Eufrate.
XII. Era Cassio in legge lo più ammaestrato di que’ tempi, che l’arti della guerra giacevano per la pace, la quale stima gli oziosi quanto i prodi. Nondimeno quanto senza guerra poteva, rimetteva i modi antichi d’esercitare i soldati, pensare, provvedere, fare come se ’l nimico assalisse; parendogli