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420 DEGLI ANNALI

incomincia: „Le gran fatiche del principe, che regge il mondo, doversi sgravar delle cure di casa, perchè si dea tutto alle pubbliche. E chi meglio ciò poter fare che una, di tutti i beni e mali consorte? a questa dover fidare i segreti del cuore, i teneri figliuoli esso, che non conobbe mai libidini nè piaceri, ma sempre sin da piccolo ubbidì alle leggi„.

VI. Fatto così bello preambolo, e molto dai Padri adulato, seguitò: „Poichè voleano tutti che al principe si ridesse moglie, doversi scerre la più nobile, feconda e santa: tale essere, senza altra cercare, Agrippina; niuna di sangue sì chiaro; aver fatto figliuoli, vedersi colma di virtù, e abbattersi, per divin volere, a esser vedova per maritarsi a principe che mai non isposò moglie altrui. Avere udito dai Padri, veduto essi i Cesari torsi l’altrui donne a lor piacimento. Questi usare altra modestia, insegnare agli altri imperadori di così prenderla. Se sposare figliuola di fratello è nuovo a noi, ad altre genti esser solcane, da legge niuna vietato. Essersi gran tempo astenuti dalle cugine, ora spesseggiarsi. L’usanze accomodarsi al bisogno: col tempo verrà in uso anche questa„.

VII. Vi furon di quelli che protestando, se Cesare la tentennasse, d’andare a fargliele far per forza, usciron di senato con furia vari mucchi; gran calca vi concorre, gridando: Il medesimo chiedere il popol romano; e Claudio senza tardare s’appresenta loro nel Fòro e accetta il buon pro. Entra in senato, e sollecita il partito: Che tra zio e nipote di fratello si possa far giuste nozze, ancora per l’avvenire. T. Alledio Severo, cavalier romano, per acquistar la grazia (diceano d’Agrippina) fu solo a bramare