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418 | DEGLI ANNALI |
I. La morte di Messalina rivolse la corte; gareggiando i liberti per chi dovesse dare moglie a Claudio, sottoposto a non potere star senza, e da quelle esser dominato. Più ardente ambizione era nelle donne, mostrandosi ciascuna bella e nobile e ricca, e degna di cotanto marito. Le più innanzi erano Lollia Paulina figliuola di M. Loliio stato consolo, e Giulia Agrippina di Germanico. Questa proponea Pallante, quella Calisto. E Narciso, Elia Petina dei Tuberoni. Claudio ora a questa, ora a quella, secondo che udiva, voltandosi, gli chiamò tutti a dire le ragioni.
II. Narciso raccontava l’antico matrimonio, la casa comune, avendo di lei avuta Antonia; la famiglia non sentirebbe mutamento, se vi tornasse la moglie solita, che non ha cagione d’esser matrigna a Britannico e Ottavia, ma di tenergli cari come propri. Anzi Lollia (diceva Calisto) li terrà per figliuoli, che niuno ne ha: nè stata è rimandata come colei, la quale ritornando, tanto più fia superba e ritrosa. Ma Pallante lodava soprattutto in Agrippina, il tirarsi dietro il figliuolo nipote di Germanico, degno veramente d’imperio, stirpe Claudia, la quale questa giovane feconda accrescerà, unirà, nè il chiarore dei Claudi Cesari porterà in altra casa.
III. Furono queste ragioni le più entranti e aiutate dall’arte; spesseggiando Agrippina di visitare, quasi per obbligo, il zio; e tanto sopra l’altre il prese, che ella procedeva da moglie prima che fosse; e quando ne fu certa, pensò più oltre: d’ammogliar Domizio suo figliuolo, e di Gn. Enobarbo con Ot-