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398 DEGLI ANNALI

ter di Farasmane suo fratello re d’Iberia, che l’avvisava i Parti esser in discordia, la sovranità dell’impero in forse, il resto in non cale. Perchè Gotarze, tra l’altre sue crudeltà, ordinava di far morire Artabano suo fratello, con la moglie e figliuolo; onde gli altri impauriti, chiamaron Bardane. Egli pronto a gran rischi, corre trecentosettantacinqne miglia in fine dì: caccia Gotarze sprovveduto e spaventato; piglia senza dar tempo gli stati vicini; solo i Seleuci lo ricusarono; contra i quali, come ribelli ancora di suo padre, s’accese di più che non chiedea quel tempo; e s’intrigò in assediare quella città, potente, vettovagliata, e forte di mura e fiume. Intanto Gotarze con aiuti de’ Daii e Ircani, rinnova la guerra; e Bardane costretto, lasciato Seleucia, s’accampa ne’ Battriani.

XIII. Le forze d’Oriente così divise, e dubbie ove si gettassero, diedero a Mitridate occasione d’occupare l’Armenia; e co’ soldati romani disfece le fortezze; e insieme con gl’Iberi corse la campagna, senza resistenza, e ruppe Demonatte capitano degli Armeni, che ardì rivoltarsi. Tenne un poco la puntaglia Coti, re dell’Armenia minóre, che vi mandò personaggi; ma per lettere di Cesare si ritirò; e il tutto colò in Mitridate, più atroce che regno nuovo non vuole. Ma ordinandosi i due capitani Parti a far battaglia, repente s’accordano, per le congiure de’lor popoli, da Gotarze scoperte al fratello. Abboccansi dapprima alquanto guardinghi; poi si danno le destre, e giurano su l’altare di vendicare la fraude dei nimici, l’uno all’altro cedersi. Parve più atto Bardane a tenere il regno, e Gotarze per levar gelosia, se n’ andò in Ircania. Seleucia s’arrese a Bardane ri-