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SUPPLIMENTO AL LIBRO NONO 357

torre il delitto di fellonia, perdonar l’antiche offese, minuir non poco, a più farsi grato, le imposte.

XVII. S’accrebbe favore al produrre due libelli di Caio, opera di Protogene, intitolato uno il pugnale, l’altro la spada; contenenti i distintivi e’ nomi de’ più scelti senatori e cavalieri da uccidere: e quelli colle celebri lettere, che Caio bruciar fìnse, bruciò in pubblico, e Protogene a Roma sacrificò. Addoppiò anco a sè lode e general benevolenza, a Caio indignazione per l’inaudita malvagità, al sommerger gran cassa di veleni, tra la più secreta suppellettile di Caio trovata; e tal n’uscì peste, che se ne disse infetto il mare a danno de’ pesci, dalla marea gittati morti ne’ vicini lidi.

XVIII. Qui a dirsi tutti dal principe salvi; a decantar nel fratello accolte le virtù di Germanico, la speme del roman popolo; ei poi, a ricusar non che i divini, i soperchi onori, a usar le sole insegne dell’impero, poche e moderate statue permettere: „Queste„ dicea „imbarazzano i tempj, le strade, i pubblici e privati edifizj, i cittadini„. Con tal buoni tratti sodatosi il trono, badò seriamente a cancellar di quei due di la membranza, ne’ quai si stè in forse di cangiar forma al governo. Quanto dunque si fe’ allora e si disse, dichiarò in perpetuo obliato e perdonato; e, come al principe accrescon rispetto gli uffici di religione e pietà, decretò a Livia ava divini onori e pompa circense, con carro ed elefanti; a’ parenti pubbliche esequie; al padre i giuochi circensi nel dì natale. Nè trascurò senza onore e grata menzione Antonio, dicendo nell’editto: Con tanto più ardore voler ei si celebrasse del padre Druso il natale, quant’era pur quello di suo avo Antonio.