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328 DEGLI ANNALI

Cesonia, nè bella nè sì fresca, ma di costumi unisona, e peste dello stato; se, qual fu voce, con erotico filtro mise furor nel marito. Più tosto, la lega di due pessime indoli, e sfrenata autorità, a mio avviso, la natural insania accrebbero. Per adulterio d’Agrippina fu quest’anno esiliato Tigellino, potente poi con Nerone, e suo braccio in libidine.

XXIX. Caio, la terza volta consolo, entrò solo in carica a Lione, non per burbanza o tracuraggine, com’altri disse, calunniar uso ogni atto del principe; ma perchè assente saputo non avea del collega morto sotto le calende. Per la gran tema del principe, che penetrata avea Roma; i pretori, presso i quali risedeva allora l’autorità, niente osando, salirono col pien senato a calende in Campidoglio: e fatti i sagrifizi, e adorato l’imperial seggio, gli offersero, qual a presente, le gran somme, da Augusto introdotte, d’omaggi avido nel nuovo governo. S’accolsero poi nel senato non chiamati, tutto il giorno a celebrar Caio, impiegando, con più fervore, più che acre era l’odio, più cupa la finzione.

XXX. A’ due, di comun editto de’ pretori, assembrati i Padri, e fatti i voti, nulla fu concluso, durando ancor lo spavento. Saputo in fine aver il principe a’ dodici dimessa la dignità, i surrogati entraron consoli. Fessi decreto che di Tiberio e Drusilla i natali colla stessa solennità di quei d’Augusto si celebrassero; furon dedicate l’imagini di Caio e Dnisilla, e dati gli spettacoli; tutto d’ordine di Caio, uso al senato scriver poco, molto ai consoli, da leggerne al senato.

XXXI. Oltra i vecchi esempi di sevizia, mise Roma in terrore la nuova ch’Agrippa e Antioco, in-