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SUPPLIMENTO AL LIBRO SETTIMO 305

consoli a’ 13 settembre surrogati. Sparsesi anco per le province la festa; ovunqne tanto più lieto vivendosi, quanto più tetro, e in rigore sotto Tiberio. Ma Caio, di natura malotico, va già a trarsi la maschera di virtù, presa da tema dell’avo’: e a darsi per gradi a crapola, a donne, a lusso; tal che dieci milioni di sesterzj fe’ valer una cena, e diè quasi fondo all’immenso tesoro di Tiberio, dumila settecento milioni di sesterzj.

XIX, Frutto di libidini, un morbo l’invase, fiaccato già da mal cardiaco, or da ebbrezza, e più turpi eccessi strutto. Occulti ancóra suoi vizj, pubbliche le virtù, qual se il padre della patria, e la patria stessa pericolasse, fu pianto, fu ‘ feriato, vegghiando tutti al palazzo. Tal era il fanatismo, che P. Afranio Polito, plebeo, sua vita per la salute del principe votò: Atanio Secondo, cavaliere, offrissi per gladiatore. Stesesi per le province il lutto, dalle navi di ritorno d’Italia sotto l’autunno vievia del perigliò struite.

XX. Reso Caio a salute, come più v’era a gioire ch’a dolersi, e’ già in campo l’adulazione, più viva ne fu la letizia. Ma l’animo più che il corpo, spesso, libidine attaccando, in Caio sano di corpo, d’animo ancor egro, nè sofferente cura, rimisero i vizj il tallo: gloria, ambizione, (vie certe ad infamia, se virtù non le guida) gli vinse la mano: boria di passeggiar sul capo a tutti. Il primo suo delitto poi tutti sorpassò quei dell’andato governo.

XXI. Chè repente, per un tribuno di soldati, Tiberio, fratello e figlio insieme, per gelosia di stato, nè pur al senato scrivendone, a tradimento uccise; per appiglio di trama da quello fattali sendo


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