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300 | DEGLI ANNALI |
maggiori di Germanico; alcune di sè, proferite. Indi va co’ Padri in senato: e con breve e modesta prolusione, dolendosi dell’età tenera del coerede, e promettendoglisi padre, a furor di popolo, annullata di Tiberio la volontà, di comun voce è acclamato principe. Nomi vari d’onori ad Augusto graditi, in ispregio a Tiberio, dall’indefessa adulazione a Caio affastellansi. Nulla accettò, moderanza fosse o arte; col farsi in tutto popolare, d’accrescer tentando i già accesi comuni studi ver la memoria del padre, e compassione alla quasi distrutta casa.
V. A farli ’più vivi, corre tutto rispetto a Palmarola e a Ponza; a traslatar della madre e del germano le ossa, in mar burrascoso, da più spiccar la pietà, e di sua mano nell’urne riponle. Con pari scena, alzato stendardo a poppa della fusta, pel Tevere in Ostia, indi a Roma, portate da’ più distinti equestri di bel giorno, e tra la calca, con due trofei, in mausoleo le chiuse, lor ordinando pubblico anniversario, e alla madre i circensi, con carro onde trarsi in pompa. In membranza, poi del padre, chiamò il settembre, Germanico, più non curando i celesti onori all’avo già chiesti.
VI. Colla stessa premura per gli avanzi di sua casa, in un decreto di senato, ver l’ava Antonia combinò quanti onori a Livia Augusta s’eran dati: destinò suo collega nel consolato Claudio, il zio, allora cavaliere. Adottò Tiberio il fratello il di della viril toga, e ’l chiamò principe della gioventù. Per le sorelle stabili che in ogni giuro s’aggiugnesse: „ Nè me propio e miei figli amo più di Caio e sue sorelle.„ E ne’ rapporti de’ consoli si premettesse: „Che a C. Cesare e sorelle torni in bene e felicità„.