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LIBRO QUINTO 233

XLIV. Livia uccisa da fame. — XLV. I seguaci di Seiano, tutti a mal partito. — L. Un falso Druso alle Cicladi. — LI. Discordia dei consoli.

Anno di Roma dcclxxxii. Di Cristo 29.

Consoli. L. Rubellio Gemino e C. Fulvio Gemino.

An. di Roma dcclxxxiii. Di Cristo 30.

Consoli. M. Vinicio e L. Cassio Lonigno.

An. di Roma dcclxxxiv. Di Cristo 31.

Consoli. Tiberio Augusto.V e L. Elio Seiano.

I. L’anno che furon consoli Rubellio e Fufio, amendue Gemini, morì Giulia Augusta decrepita, di nobiltà chiarissima, nata de’ Claudj, nei Livj e ne’ Giulj adottata. Prima moglie, con figliuoli, di Nerone; il quale per la guerra di Perugia Tiberio scacciato, per la pace tra Sesto Pompeo e li Triumviri tornò a Roma. Indi Augusto per la bellezza la tolse al marito, forse accordata; e, senza aspettare il parto, la si menò a casa gravida. Non fece altri figliuoli; ma congiunta per lo maritaggio d’Agrippina e Germanico col sangue d’Augusto1, ebbe seco i bisnipoti

  1. Il padre di Livia era de’ Claudj. Fu fatto dei Livj, e dello Livio Druso Claudiano, e lei nominò Livia Drusilla, la quale ebbe due mariti. Il primo fu Tiberio Claudio Nerone, che n’ebbe Tiberio Imperadore e Druso, detto il Germanico, il quale d’Antonia minore ebbe Claudio, che fu imperadore, e Livilla o Livia, e Germanico Cesare, marito d’Agrippina, figliuola di Marco Agrippa e di Giulia, figliuola di Augusto. Il secondo marito di Livia fu esso Augusto, figliuolo adottato di Giulio Cesare, così fu di casa Giulia fatto, e fece esserne Livia. E così congiunta fu col sangue d’Augusto.