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174 | DEGLI ANNALI |
massimo; ma non in giorni di pubblico sacrificio, nè più di due volte l’anno.„ Che mostrò chiaro, l’assenza d’un anno, e l’andare in province, a flamine non si concedere; e s’allegò Lucio Metello potefice massimo, che ritenne Aulo Postumio. Così fu data l’Asia al più anziano consolare dopo il Maluginese.
LXXII. In que’ giorni Lepido domandò al senato di potere a sue spese racconciare e ornare la Basilica di Paolo, memoria di casa Emilia; usandosi per ancora la magnificenza pubblica ne’ privati; nè Augusto vietò a Tauro, Filippo e Balbo, lo spender le spoglie dei nimici e le soverchie ricchezze in ornamenti della città e memorie gloriose; col qual esempio Lepido, benché scarso di moneta, ravvivò lo splendore de’ suoi maggiori. E Tiberio prese a rifare il teatro1 di Pompeo, per caso arso; non essendo in quella famiglia chi avesse il modo, mantenendogli il nome di Pompeo; e celebrò Seiano2, che per sua fatica e diligenza, cotanto fuoco non fece danno maggiore. Laonde i Padri posero in esso la statua di Seiano. E in onore di Seiano, nato d'una sorella di Bleso, disse Cesare, che alzava alle trionfali esso Bleso viceconsolo in Affrica.
- ↑ Vespasiano fu meno liberale, quando ristaurò con quel d’altri la città disfatta per le passate arsioni e rovine. Donò i casolari a chi volesse murarvi, mancandone i padroni; ai quali volle anzi fare ingiustizia, che potersi domandare in Roma, Dov’è Roma?
- ↑ Per lo contrario accusati furono e dannati M. Milizio, Gneo Lolio, e L. Sestilio, i tre uffiziali di notte, perchè non corsero a tempo con gli stromenti a spegnere il fuoco in Via Sacra. Valerio Mass., l. 8, cap. i.