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164 DEGLI ANNALI

di tanto più squisito fu l’adulare. Non però altro invennero, che immagini, altari, tempj, archi e altre cose solite; se non che M. Silano tolse onore al consolato per darlo a’ principi, sentenziando senza proposta, che negli atti pubblici e privati, a memoria dei tempi, si scrivesse; „Dominanti i tali sacri tribuni„, e non più „i tali consoli.„ Q. Aterio avendo detto, che quanto s’era deliberato quel giorno in senato, vi s’intagliasse a letteroni d’oro, fece rider di sè, che sì vecchio, di sì sozzo adulare aspettasse altro che infamia.

LVIII. Giunio Bleso fu raffermato in Affrica, e Servio Maluginese chiedeo l’Asia, benchè flamine di Giove; dicendo: „Non esser vero il detto volgato, che flamine non esca d’Italia; nè il suo flaminato diverso da’ marziali e quirinali: se que’ tengono le province perchè vietarle a’ gioviali? legge di popolo non ce n’ha; in cirimoniale non si trova. Nelle mancanze de’ gioviali per malattie o cure pubbliche, hanno ufficiato i pontefici. Dopo che Corn. Merula fu ucciso, questo flaminato vacò anni settantadua, e pur non mancò mai d’uficiarsi. Se per tanti anni si può, senza rifarlo, ufìciare, ben si potrà un anno star fuori viceconsolo. L’andare nei governi fu lor tolto già da’ pontefici per private malevoglienze; ora per grazia degl’Iddii, il sommo pontefice è il sommo uomo: non ha gare, non odii, non passioni.„

LIX. Lentulo augure e altri, contraddissero variamente; e si ricorse al pontefice Tiberio, che ne desse sentenza: egli la differì1; e passò a tem-

  1. La decise poi contro al Maluginese, che il flamine risedesse.